libriAnimati incontra #3 ALBERTA ROSSI

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Alberta, quali sono i temi che sviluppi nei tuoi libri, quelli a te cari, e da dove prendi ispirazione?

Nei miei libri c’è la natura che mi circonda: le Dolomiti, gli alberi, il bosco per me è magico. Al bosco sono legati alcuni personaggi mitologici delle leggende e delle fiabe dolomitiche. Questa ricchezza culturale, che viene dal raccontare i nostri luoghi, mi affascina. Un tempo, alcuni fenomeni atmosferici o certe cose che avvenivano, a cui non si riusciva a dare una spiegazione, venivano attribuiti alle streghe o agli esseri del bosco. Ecco, io questa magia la sento.

L’altro aspetto che metto nelle fiabe e nei racconti è la voglia di trasmettere delle cose ai bambini: l’importanza di credere in sé stessi, di seguire i propri sogni, di metterci impegno.

Io sono nata e cresciuta in Val di Fassa. Le Dolomiti sono un paradiso, sono luoghi bellissimi: scrivere, per me, è il bisogno di condividere questa bellezza.

 

Tu hai scritto e scrivi poesie, oltre ai racconti. Da dove viene questa passione per la scrittura?

 

Da piccolina ho sempre amato leggere ma a casa mia non c’erano molti libri, a mia mamma non piaceva leggere. Io invece, quando tornavo da scuola mi trovavano nascosta sotto al tavolo che leggevo. Non andavo a ricreazione, tante volte restavo in classe a leggere: a scuola c’erano i libri, che meraviglia.

Scrivere poesie è una cosa più intima magari, lo fai per te, per tirare fuori delle cose. Ho cominciato da piccolina, a scuola, e ho vinto anche qualche concorso. Ricordo che in uno di questi premi letterari a chi vinceva veniva dato un buono da spendere in libreria. Non ci credevo, potevo comprarmi dei libri e, pensa, quel libro ce l’ho ancora: “Fiabe e leggende della Val di Fassa”, un libro edito dall’Istituto Culturale Ladino.

 

Come sono nati i tuoi primi racconti? Ne hai scritti alcuni per Latemar MontagnAnimata, e quest’anno sei qui, alla prima edizione del festival.

Scrivere i giocolibri per MontagnAnimata è stata l’occasione per tirare fuori questo talento e scoprire di avere il coraggio di farlo, prima non osavo. Per MontagnAnimata ho scritto: “Il pastore distratto”, “Martin e l’acqua”, “La Pina”. Qualche anno dopo ho curato la raccolta di racconti “I misteri del Monte Feudo”, scritti dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Predazzo. E poi c’è un mio racconto nelle “Fiabe storte del Dahù”, illustrato da Stefano Dellantonio.

 

Da lì in poi hai scritto e pubblicato altri libri. Com’è nata l’idea?

 

Con “Misteri, avventure e magiche creature. La Val di Fassa tra fantasia e realtà” avevo un’idea che ho cominciato a sviluppare. In Val di Fassa gli abitanti di alcuni paesi e di alcune frazioni hanno un soprannome e una ragione certa non c’è. In alcuni casi qualche soprannome è nato probabilmente come presa in giro, in altri casi c’è un legame con il territorio – a Vigo di Fassa, ad esempio, li chiamano i siori, nel senso di persone benestanti, forse perché quella è una zona soleggiata e, una volta, chi aveva campi e prati al sole era privilegiato. Quindi mi sono documentata sulla storia di ogni singolo paese, sulla toponomastica, anche per farmi ispirare nel racconto tra fantasia e realtà. Ho avuto la fortuna di pubblicare questo libro con Curcu&Genovese e poi l’abbiamo ripubblicato con delle integrazioni – altri soprannomi, perché alcuni anziani mi hanno contattata per dire che mancava la loro frazione, e altre curiosità – con un’edizione totalmente in lingua ladina e una in lingua italiana.

Poi ho scritto “I Colori delle Dolomiti”, un libro nato osservando i colori delle montagne che amo. Mi sono chiesta: quali sono i colori che caratterizzano le Dolomiti? Il libro è un viaggio attraverso i colori partendo ogni volta da una leggenda: c’è la leggenda dei Monti Pallidi, la leggenda di Re Laurino e tante altre. Quando l’ho scritto, in quell’anno, c’erano anche diversi anniversari: 10 anni dal riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio UNESCO, 110 anni dalla realizzazione della Grande Strada delle Dolomiti. Così ho legato a ciascuna leggenda delle curiosità, verificando sempre le fonti. Ogni capitolo è introdotto da una mia poesia e ci sono le bellissime illustrazioni di Filippo Vinante.

 

Al Festival LibriAnimati sarai accompagnata da un gruppo musicale. Sarà uno spettacolo?

 

L’idea è di presentare brevemente il libro, di raccontare la leggenda del lago di Carezza. Chissà se ci saranno dei bambini che avranno voglia di metterlo in scena! Qualcuno potrebbe fare la vivana, qualcun altro il lago, gli uccellini. Il racconto sarà intervallato da brani che vengono dalla tradizione ladina, arrangiati e portati sul palco da Dellantonio Trio, con la bellissima voce di Damiana. Sarà bello!

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