(durata 3 h – andata e ritorno lungo lo stesso percorso – dislivello 520 m)
Il sentiero per il Rifugio Torre di Pisa parte dal Passo Feudo. Si raggiunge Passo Feudo con 2 impianti di risalita che si prendono appena fuori Predazzo (località Stalimen): prima si sale con la cabinovia fino a Gardonè e poi con la seggiovia fino al Rifugio Passo Feudo.
Arrivati a Passo Feudo si imbocca il sentiero n° 516 che sale, all’inizio in maniera decisa e poi più dolcemente, in mezzo ad un pascolo fiorito. La nostra meta, il Rifugio Torre di Pisa, si vede fin da subito, guardando in alto sulla montagna. Visto da sotto, sembra in bilico sulla cima di una roccia.
Sul primo tratto di sentiero si incontrano, a sinistra, gli omeneti: classici segnavia di sassi fatti dagli escursionisti per segnalare il percorso in caso di nebbia. Sono costruzioni molto particolari, in tedesco vengono chiamati “stoanmandln” (uomini di pietra).
Continuando a salire in mezzo al verde, sulla sinistra si può ammirare la Pala di Santa. È evidente il tracciato della pista e i pascoli di Pampeago punteggiati di mucche. Ci avviciniamo al primo tratto di sassi e rocce: a sinistra c’è il bivio con il sentiero n° 22 che porta alla Mayerl Alm. Questo è il Latemar Panorama, uno dei percorsi del Latemarium Dolomiti-Unesco.
Proseguiamo la camminata sul sentiero sassoso davanti a noi. Guadagniamo velocemente quota e raggiungiamo una sella erbosa dove sostare per ammirare il panorama. Avanziamo sul sentiero che si sviluppa a zig-zag tra pascoli ripidi alla nostra destra e rocce bianche alla nostra sinistra. Alzando lo sguardo in alto vediamo la nostra meta molto più vicina mentre, a destra, vediamo il paese di Predazzo dall’alto.
Il sentiero fa una curva a sinistra e arriva alla base di un piccolo ghiaione che si supera agevolmente prendendo il percorso più a sinistra. Da qui si salirà solo su sentiero sassoso e, a tratti, roccioso. Questo tratto è molto interessante per la geologia. Si noteranno infatti, in mezzo alle tipiche rocce bianche, dei filoni molto scuri. È porfido, sono resti dell’esplosione del vulcano di Predazzo. Durante l’eruzione, milioni di anni fa, la forza della lava incandescente ha letteralmente scavato dei camini nelle rocce dolomitiche per poter uscire.
Proseguendo sul sentiero, in pochi minuti si raggiungono gli ultimi gradoni di roccia che portano in cima, al Rifugio Torre di Pisa (ristrutturato nell’estate 2016). Il panorama che si gode da qui è strabiliante!
La vista a 360° spazia dalla Catena del Lagorai, perlopiù porfirica, fino al massiccio granitico della Cima d’Asta. A sinistra si stagliano le Pale di San Martino con la loro fisionomia inconfondibile. Continuando sulla sinistra, i più esperti potranno riconoscere il Monte Civetta, il Pelmo e l’Antelao. Poi si vedono Marmolada, Tofana di Mezzo e Piz Boè. Mentre i Campanili del Latemar impediscono la vista del Catinaccio che si trova appena dietro.
Guardando ad ovest, possiamo ammirare in lontananza due giganti del Trentino Alto Adige: l’Ortler e il Cevedale seguiti dalle Dolomiti di Brenta, dalla Presanella e dal Corno di Cavento.
Non possiamo però tralasciare la famosa Torre di Pisa. Basta poco per riuscire ad ammirarla dall’alto.
Dal Rifugio Torre di Pisa si continua a camminare, sempre sul sentiero n° 516, in direzione Forcella dei Camosci. Si sale qualche metro dietro il Rifugio e, dalla piazzola di atterraggio dell’elicottero, si gode di un panorama ancora più esteso sulle vette circostanti e si può ammirare, in direzione ovest, la Torre di Pisa. Questa guglia di roccia dolomitica è alta 40 metri e ricorda molto la torre dell’omonima città toscana.
Dopo aver riempito gli occhi con questa meraviglia si può pranzare o fare una merenda golosa al Rifugio Torre di Pisa. Il rientro avviene sullo stesso percorso.
Attenzione! È necessario essere al Passo Feudo entro le ore 17.15 per poter scendere con la seggiovia (chiusura impianto ore 17,30).