Sulla MontagnAnimata del Latemar non ci si diverte solo in estate ma anche in inverno! Ci sono tante attività da fare con i bambini da 3 a 7 anni per passare una piacevole giornata sulla neve.
IMPIANTI DI RISALITA GRATIS PER BAMBINI FINO A 7 ANNI
Gli impianti di risalita del Latemar sono a cinque minuti da Predazzo, in Val di Fiemme, a 1650m. Se prendi latelecabina arrivi a Gardonè, con la seggiovia puoi proseguire fino a Passo Feudo. Per i bambini fino a 7 anni gli impianti di risalita sono gratis!
LA FORESTA DEI DRAGHI IN INVERNO
La Foresta dei Draghi è una facile passeggiata per bambini e famiglie. Ti muovi tra rocce, piccoli passaggi segreti e radure tra il fitto degli alberi innevati. Scarponi, guanti, sciarpa e berretto. Il sentiero è libero. Vicino alle piste da sci, nella quiete del bosco. Richiedi il giocolibro alla stazione di arrivo della Telecabina Predazzo-Gardonè e scopri le tracce lasciate dai draghi buoni del Latemar. Una volta completato il percorso porta il giocolibro all’ufficio Skipass per ritirare il tuo premio!
LA PISTA SLITTE
Pista slitte Gardonè
Una pista per slittare a Gardonè raggiungibile con la telecabina Predazzo-Gardonè e la seggiovia Campo Scuola. Puoi richiedere la slitta o il bob a Gardonè, fai il biglietto e divertiti con i tuoi amici!
ALPINE COASTER GARDONE’
Alpine Coaster Gardonè è un circuito ad anello di 1 km circa: 980 m di dossi, salti e un giro a 360° in tutta sicurezza nel bosco. Fai il biglietto, ti siedi e allacci le cinture. I bob sono a due posti, si muovono su rotaia e la velocità la regoli tu. Fatti accompagnare da un adulto e goditi una bellissima discesa tra gli alberi innevati nei boschi del Latemar. Alpine Coaster Gardonè è un’attrazione unica in Trentino. Alpine Coaster Gardonè è gratis fino a 7 anni accompagnati da un adulto. Altezza minima per accedere 105 cm.
IMPARARE A SCIARE
Lo Ski Center Latemar offre una vasta gamma di piste da sci, dalle più facili a quelle più impegnative. Vuoi provare qualche curva sugli sci? A Gardonè trovi due tapis roulant gratuiti per lanciarti in questo bellissimo sport! La scuola di sci Alta Val di Fiemme, con i suoi maestri, ti segue passo passo per imparare a sciare divertendosi.
PARCO GIOCHI IL REGNO DEI DRAGHI
A Gardonè c’è un piccolo parco giochi sulla neve. L’ingresso è libero e potrai trovare scivoli e morbidi giochi componibili per passare qualche momento di svago tra una lezione di sci e un giro sulla pista delle slitte. Gli impianti di risalita sono a Predazzo in val di Fiemme. Sono apertitutti i giorni dalle 8:30 alle 16:45.
5cose da fare con i ragazzi sulle piste dello Ski Center Latemar: ecco quel che ci vuole per mettere tutti d’accordo e godersi una vacanza sulla neve! In vacanza sulla neve con bambini grandi, tra i 10 e i 14 anni, non è facile accontentare tutti: è un’età in cui sono curiosi, l’idea di giocare sulla neve li elettrizza ma ogni tanto hanno quello sguardo che non sai.
Con questa mini guida di attività per vacanze sulla neve per teenagers troverai l’idea giusta. Loro si divertiranno sulle piste dello Ski Center Latemar in tutta sicurezza e sì, voi potrete godervi una giornata di sci e relax sulle montagne innevate del Trentino.
1. Alpine Coaster Gardonè
In una giornata sulla neve, tra giochi e sfide tra amici sulle piste e divertimento, non può mancare un giro in Alpine Coaster! Un circuito ad anello: 980 m di dossi, salti e un giro a 360° in tutta sicurezza nel bosco. Fai il biglietto, ti siedi e allacci le cinture. I bob sono a due posti, si muovono su rotaia e la velocità la regoli tu. Puoi salire anche con gli scarponi da sci! Fatti accompagnare da un adulto o da un amico che abbia compiuto 14 anni e goditi la discesa tra gli alberi innevati nei boschi del Latemar. Alpine Coaster Gardonè è un’attrazione unica in Trentino.
2. Pista boardercross a Pampeago
pista boardercross Pampeago
Questa facile pista si può affrontare con la tavola o con gli sci, basta avere il casco ben allacciato. Sono curve strette e cunette che vi faranno vivere emozioni e puro divertimento. Controllate che la pista sia libera, fate un bel respiro e poi via: se siete in compagnia, preparatevi a sfidare i vostri amici!
3. Snowpark a Obereggen
Snowpark a Obereggen
Nello snowpark di Obereggen è come essere catapultati in un mondo parallelo: i salti diventano “jumps”, le evoluzioni sui dossi diventano “tricks”, il tracciato viene perfettamente “shaped”. Parlano tutti una lingua strana e divertente che solo i veri snowboarder possono capire. Anche quest’anno la neve è stata sagomata alla perfezione e vi aspettano nuove strutture per il freestyle. Come facciamo? Con il sistema di innevamento riusciamo a garantire strutture sempre diverse.
4. Piste Self time a Pampeago
Self-Time sulla pista Tresca a Pampeago
Se sei in compagnia degli amici le piste self time sono irrinunciabili. Di cosa si tratta? Sono piste con un tracciato da gara con cronometraggio automatico. Al cancelletto di partenza inserisci una monetina da 50 cent, sistemi bene il casco e sei pronto a scendere tra le porte e sfidare i tuoi amici. Alla fine del tracciato, sul display compare il tempo come nelle vere competizioni! Le piste sono due: Self-Time Campanil (350 m, media difficoltà), a monte della seggiovia Campanil, e Self-Time Tresca (350 m, media difficoltà), scendendo quasi a metà della pista Tresca.
Lungo le piste state all’erta: troverete strutture speciali che metteranno alla prova il vostro equilibrio di “jumper”. In fondo alla pista “5 Nazioni”, a Gardonè, e alla pista “Oberholz”, a Obereggen, potrete tentare qualche acrobazia! Ci sono dei punti spettacolari e ben attrezzati, non dovete far altro che allacciare il casco e divertirvi.
QUALCHE INFORMAZIONE PRATICA:
Lo Ski Center Latemar è la più grande area sciistica del ComprensorioVal di Fiemme-Obereggen. Con 3 punti di accesso (Predazzo, Pampeago, Obereggen), 49 km di piste e 18 impianti di risalita nelle montagne del Trentino Alto Adige.
In Val di Fiemme, alla biglietteria degli impianti di Predazzo, trovate cinque libri della collezione di MontagnAnimata per leggere e giocare con i bambini durante le vacanze di Natale. È un’idea regalo per stare insieme: libri per i bambini fino a 8/10 anni, i più piccoli rimarranno incantati a seguire le letture di mamma e papà. Sono piccole letture divertenti che scaldano le vacanze in famiglia.
I DRAGHI DEL LATEMAR
Con le illustrazioni di Simone Frasca, autore dei Mitici sei e Bruno lo zozzo, I Draghi del Latemar svela la profezia di Zak: “i draghi potranno tornare a lasciare tracce della loro presenza sulla terra quando gli uomini apriranno l’occhio del cuore”. Chi è Zak? Un vecchio eremita che, mille anni or sono, riuscì a inoltrarsi nel regno invisibile. Scelse una roccia tra le montagne del Latemar e vi incise la sua profezia. Tra le pagine del libro potrai conoscere Ais, Ardea, Goira, Kromos, Rametal, Rogos e Zoira. Personaggi mai visti che punzecchiano l’immaginazione.
I DRAGHI NON ESISTONO
Tenetevi forte! Qui è dove si scopre se la domanda è mal posta oppure no: ma quindi, quindi, quindi… i draghi, esistono? “I draghi non esistono! – ride Pietro. “Certo che sì!” – protesta sua sorella. “Credulona!”. Anna è così arrabbiata che succede quel che mai e poi mai dovrebbe accadere. Simone Frasca, autore e illustratore di libri per bambini e ragazzi, ha scritto un libro per chi ancora si arrovella nel dubbio.
IL MISTERO DEI DRAGHI DEL FEUDO
Usa il cuore come bussola! Scopri le storie dei draghi che abitano il Monte Feudo. Dieci racconti ambientati sul Latemar, in Trentino, scritti e disegnati dai ragazzi di Predazzo. Farai un viaggio fantastico e irreale dove protagonisti sono i draghi e le Dolomiti il loro mondo. Con la storia di un drago mezzo rosso e mezzo blu l’intuito si attiva.
COLORALIBRO DEI DRAGHI DEL LATEMAR E DEL DAHÙ
Due magnifici album da colorare alla scoperta dei personaggi della MontagnAnimata. L’unica cosa da fare è raccogliere tutti i pastelli e le matite colorate che avete in casa, dedicare cinque minuti a temperarli – punta sottile ma non troppo –, e il gioco è fatto! Con un pizzico di immaginazione potrete dare colore (e vita) ai fantastici personaggi di MontagnAnimata.
Ecco 5 consigli per vestire i bambini in montagna sulla neve delle Dolomiti! Utili per ripararsi dal freddo e giocare in tutta comodità, senza sudare e doversi cambiare da capo a piedi a metà giornata.
La neve mette allegria, bianca e soffice com’è fa venire voglia di sentirne il gusto. L’abbiamo assaggiata tutti almeno una volta, diciamolo. Ma attenzione al pancino, mangiare neve in quantità non è una buona idea. Dev’essere pulita e incontaminata, altrimenti molto meglio una barretta di cioccolato o frutta secca 😉
COME CI DOBBIAMO VESTIRE PER STARE COMODI E GIOCARE SULLA NEVE?
Se avete scelto un weekend o una settimana bianca in montagna sulla neve con i bambini basterà un piccolo pendio per scatenare la voglia di scivolare e improvvisare qualche gioco. Una giornata sulle piste da sci offre spesso la possibilità di slittare e giocare nei parchi divertimento. Con qualche accorgimento possiamo vivere in tranquillità questa meravigliosa esperienza e tornare a casa con un bambino stanco, contento e asciutto 😉
Come scegliere una tuta da sci per i bambini?
Quando si gioca è meglio stare comodi 😉
Se scegliamo una tuta da sci intera saremo tranquilli che non entri la neve e la schiena rimanga asciutta. Se abbiamo una tuta da neve spezzata – pantalone e giacca a vento – il pantalone dovrebbe essere una salopette in modo da proteggere pancia e schiena. In ogni caso meglio scegliere pantaloni imbottiti e impermeabili.
Cosa mettere sotto la tuta da sci?
Se scegliete biancheria termica siete a posto. La calzamaglia e la canotta termica a manica lunga (caldo cotone o materiali termici) oltre a un buon paio di calzettoni sono perfetti per trascorrere una giornata sulla neve.
Meglio scarponi o scarponcini in montagna d’inverno?
Spezzata o intera? L’importante è che tenga coperti schiena e pancia 🙂
Quando scegliete gli scarponcini (d’inverno devono essere impermeabili) o gli scarponi da sci meglio avere l’accortezza di provarli (prima dell’acquisto o del noleggio) con i calzettoni da sci. In genere sono più grossi dei calzetti normali e prendono spazio. Scegliete un numero comodo (mezzo numero in più per esempio) in modo da tenere caldi i piedini.
Quali accessori scegliere per giocare sulla neve?
Per ripararsi dal freddo e godersi una giornata sulla neve con i bambini bastano pochi accessori. Un berretto, che copra anche le orecchie, uno scaldacollo (più pratico della sciarpa) e i guanti. Quando scegliete i guanti, preferiteli un po’ abbondanti sulle dita: starete caldi e comodi. Portatevi degli occhiali protettivi, perché la neve potenzia il riflesso del sole. Per la stessa ragione è bene mettere una buona crema solare protettiva, anche se la giornata non fosse particolarmente soleggiata.
È vero che il casco è indispensabile sulle piste?
Sugli sci, come sulle piste da slittino, il casco è obbligatorio per chi ha meno di 18 anni e comunque consigliato a tutti. Valutate se acquistarne uno o noleggiarlo nei negozi specializzati. Nelle stazioni a valle dei comprensori sciistici delle Dolomiti potete trovare un punto vendita che propone anche il noleggio delle attrezzature.
Ricordate che se i bambini giocano nella neve, corrono e si muovono è meglio non esagerare con il vestiario per non farli sudare. Di solito i bambini sopportano meglio degli adulti il freddo, beati loro. Fate solo attenzione che non stiano troppo tempo fermi al freddo o che non abbiano indumenti bagnati a contatto con la pelle. Se fate una sosta in un rifugio o al chiuso, togliete qualche strato per evitare sbalzi di temperatura all’uscita.
Buone giornate di sole sulla neve con tante risate e puro divertimento! Vi aspettiamo.
Isabella, quali sono i temi che sviluppi nei tuoi libri?
Nei miei libri ci sono degli argomenti che ricorrono ma non scrivo pensando a un tema specifico. Sicuramente sullo sfondo c’èl’ambiente, un tema a cui in questo momento siamo tutti molto attenti. “Il quaderno delle 52 sfide”, pubblicato da Raffaello Ragazzi, è centrato sul rispetto dell’ambiente a partire dal quotidiano e la serie dei Gugulù – scritti con Marco Rosso, il mio coautore preferito – tocca temi ambientali. “Il signor Alfredo e la magia dei libri” ha come sottofondo il tema della guerra, della pace, dell’importanza di imparare a convivere in modo pacifico, di capire come risolvere i conflitti e saperli affrontare.
A me piacefar ridere e divertire i ragazzi; i miei libri hanno sempre molto umorismo, mi piace che ci siaavventura quindi gli argomenti che a me stanno a cuore traspaiono, un po’ involontariamente, ma non scrivo con l’idea di fare un libro a tema.
Voi portate i libri nelle scuole? Incontrate i bambini, i ragazzi è importante per uno scrittore?
Per me incontrare i bambini e i ragazzi è sempre bellissimo. Vado spesso nelle scuole e sono stata da poco al festival Gutenberg a Catanzaro, un’esperienza meravigliosa. Ho incontrato centinaia e centinaia di bambini. Io non sono una performer ma mi piace raccontare e mi piace molto ascoltare i bambini e i ragazzi.
Al festival Gutenberg sono stata coinvolta in una presentazione fatta dai ragazzi che, con le insegnanti, avevano lavorato sulle sfide che ci pone l’ambiente. Sono arrivati preparatissimi, erano molto felici di farmi vedere i loro lavori: cartelloni, sculture, poesie, recite… sono stati meravigliosi, mi hanno lasciata senza parole.
Al Festival LibriAnimati cosa portate? Come si svolgerà l’incontro?
A Gardonè ci sarà il signor Alfredo: l’idea è di lavorare in modo creativo sulle storie provando a coinvolgere i bambini sulla figura del cattivo. Prenderemo delle storie, guarderemo negli occhi il cattivo e proveremo a cambiare punto di vista, in un gioco di rodariana memoria.
Com’è nata l’idea di scrivere del Signor Alfredo?
L’idea è nata dal grande amore che ho per i libri. È un’idea antichissima, che ho dentro da tanto tempo: il signor Alfredo ha questa libreria magica dove ogni bambino trova la storia giusta al momento giusto. Forse ero ancora una ragazzina la prima volta che ho pensato a questo personaggio: raccontavo storie al mio fratellino più piccolo, lo portavo ai giardinetti, lo mettevo a dormire il pomeriggio, perché eravamo 5 figli e mia mamma contava molto su di me e su mia sorella maggiore. Raccontavo storie, ho cominciato così. Un po’ gliele leggevo – Rodari e i libri che piacevano a me – e poi, mentre inventavo storie per far dormire mio fratello, mi sono accorta che mi piaceva moltissimo. A 10-12 anni sognavo di poter scrivere storie, il signor Alfredo è nato più o meno lì.
Poi ho avuto a che fare con i bambini perché, quando studiavo, facevo servizio in una scuola, e durante l’intervallo facevo l’animatrice di classe per un’oretta e anche lì raccontavo storie. Con me c’era il signor Alfredo; lo raccontavo con così tanto entusiasmo che i bambini dicevano: hai visto? È là, è là. Il signor Alfredo viene da lontano e simboleggia la bellezza delle storie, la magia del raccontare. È un tipo un po’ bizzarro, con questi libri magici che svolazzano e si vanno a prendere i bambini e li portano – punzecchiandoli – in libreria.
Isabella, tu pubblichi con Storybox. Mi racconti come funziona?
Storybox ha una doppia anima: è nata come fucina creativa e service editoriale ma soprattutto fucina creativa per la creazione di contenuti per l’editoria. Quindi io, come autrice, insieme ad altri autori che facevano parte del gruppo, abbiamo proposto delle storie a vari editori e le abbiamo pubblicate. Poi, in modo abbastanza naturale, è avvenuta l’evoluzione verso l’editoria digitale: le storie sono diventate e-book e audio-book, prima, e libri di carta, poi. Quindi a dicembre del 2021 abbiamo trovato un distributore e abbiamo cominciato a pubblicare come Storybox.
“È Natale anche se” è il titolo di esordio per Storybox. È una raccolta di racconti di diversi autori, realizzata in collaborazione con ICWA (Associazione Italiana degli Scrittori per Ragazzi), pubblicata con un intento benefico: per o
gni copia venduta una parte viene devoluta all’Associazione Progredir Onlus che si occupa dei bambini delle Favelas di Rio de Janeiro. La persona che ha creato questa associazione è una mia amica, ci conosciamo dall’infanzia, mi piaceva l’idea di fare una cosa bella a tutto tondo. Il libro è andato molto bene e adesso, nella stessa collana, è in uscita un altro libro: “Che paura anche se” uscirà ad Halloween ed è una raccolta di storie per prepararsi alla notte più paurosa dell’anno.
Se dovessi indicare un libro da cui partire, per conoscervi come scrittori, quale sarebbe?
Ce ne sono due che sento molto miei. Uno è “Macchia vince la paura”, che uscirà nei prossimi mesi per le Edizioni Terra Santa. È una storia breve, per bambini di 6-7 anni, molto divertente. Ho curato molto la storia, sia dal punto di vista della scrittura – scegliendo le parole, con attenzione allo stile, al suono – che dell’intreccio. E poi, l’anno prossimo uscirà una storia a cui sono molto legata, ma è una sorpresa!
Come coppia creativa invece, tra i libri scritti a quattro mani con Marco Rosso, direi “Re Puzzone”, con cui abbiamo vinto il Premio Andersen nel 1993, e “Il principe budino” che è, credo, il nostro libro del cuore, con una storia molto molto divertente.
Alberta, quali sono i temi che sviluppi nei tuoi libri, quelli a te cari, e da dove prendi ispirazione?
Nei miei libri c’è la natura che mi circonda: le Dolomiti, gli alberi, il bosco per me è magico. Al bosco sono legati alcuni personaggi mitologici delle leggende e delle fiabe dolomitiche. Questa ricchezza culturale, che viene dal raccontare i nostri luoghi, mi affascina. Un tempo, alcuni fenomeni atmosferici o certe cose che avvenivano, a cui non si riusciva a dare una spiegazione, venivano attribuiti alle streghe o agli esseri del bosco. Ecco, io questa magia la sento.
L’altro aspetto che metto nelle fiabe e nei racconti è la voglia di trasmettere delle cose ai bambini: l’importanza di credere in sé stessi, di seguire i propri sogni, di metterci impegno.
Io sono nata e cresciuta in Val di Fassa. Le Dolomiti sono un paradiso, sono luoghi bellissimi: scrivere, per me, è il bisogno di condividere questa bellezza.
Tu hai scritto e scrivi poesie, oltre ai racconti. Da dove viene questa passione per la scrittura?
Da piccolina ho sempre amato leggere ma a casa mia non c’erano molti libri, a mia mamma non piaceva leggere. Io invece, quando tornavo da scuola mi trovavano nascosta sotto al tavolo che leggevo. Non andavo a ricreazione, tante volte restavo in classe a leggere: a scuola c’erano i libri, che meraviglia.
Scrivere poesie è una cosa più intima magari, lo fai per te, per tirare fuori delle cose. Ho cominciato da piccolina, a scuola, e ho vinto anche qualche concorso. Ricordo che in uno di questi premi letterari a chi vinceva veniva dato un buono da spendere in libreria. Non ci credevo, potevo comprarmi dei libri e, pensa, quel libro ce l’ho ancora: “Fiabe e leggende della Val di Fassa”, un libro edito dall’Istituto Culturale Ladino.
Come sono nati i tuoi primi racconti? Ne hai scritti alcuni per Latemar MontagnAnimata, e quest’anno sei qui, alla prima edizione del festival.
Scrivere i giocolibri per MontagnAnimata è stata l’occasione per tirare fuori questo talento e scoprire di avere il coraggio di farlo, prima non osavo. Per MontagnAnimata ho scritto: “Il pastore distratto”, “Martin e l’acqua”, “La Pina”. Qualche anno dopo ho curato la raccolta di racconti “I misteri del Monte Feudo”, scritti dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Predazzo. E poi c’è un mio racconto nelle “Fiabe storte del Dahù”, illustrato da Stefano Dellantonio.
Da lì in poi hai scritto e pubblicato altri libri. Com’è nata l’idea?
Con “Misteri, avventure e magiche creature. La Val di Fassa tra fantasia e realtà” avevo un’idea che ho cominciato a sviluppare. In Val di Fassa gli abitanti di alcuni paesi e di alcune frazioni hanno un soprannome e una ragione certa non c’è. In alcuni casi qualche soprannome è nato probabilmente come presa in giro, in altri casi c’è un legame con il territorio – a Vigo di Fassa, ad esempio, li chiamano i siori, nel senso di persone benestanti, forse perché quella è una zona soleggiata e, una volta, chi aveva campi e prati al sole era privilegiato. Quindi mi sono documentata sulla storia di ogni singolo paese, sulla toponomastica, anche per farmi ispirare nel racconto tra fantasia e realtà. Ho avuto la fortuna di pubblicare questo libro con Curcu&Genovese e poi l’abbiamo ripubblicato con delle integrazioni – altri soprannomi, perché alcuni anziani mi hanno contattata per dire che mancava la loro frazione, e altre curiosità – con un’edizione totalmente in lingua ladina e una in lingua italiana.
Poi ho scritto “I Colori delle Dolomiti”, un libro nato osservando i colori delle montagne che amo. Mi sono chiesta: quali sono i colori che caratterizzano le Dolomiti? Il libro è un viaggio attraverso i colori partendo ogni volta da una leggenda: c’è la leggenda dei Monti Pallidi, la leggenda di Re Laurino e tante altre. Quando l’ho scritto, in quell’anno, c’erano anche diversi anniversari: 10 anni dal riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio UNESCO, 110 anni dalla realizzazione della Grande Strada delle Dolomiti. Così ho legato a ciascuna leggenda delle curiosità, verificando sempre le fonti. Ogni capitolo è introdotto da una mia poesia e ci sono le bellissime illustrazioni di Filippo Vinante.
Al Festival LibriAnimati sarai accompagnata da un gruppo musicale. Sarà uno spettacolo?
L’idea è di presentare brevemente il libro, di raccontare la leggenda del lago di Carezza. Chissà se ci saranno dei bambini che avranno voglia di metterlo in scena! Qualcuno potrebbe fare la vivana, qualcun altro il lago, gli uccellini. Il racconto sarà intervallato da brani che vengono dalla tradizione ladina, arrangiati e portati sul palco da Dellantonio Trio, con la bellissima voce di Damiana. Sarà bello!
Nicola, tu scrivi libri per bambini e per ragazzi. Dove trovi l’ispirazione? Quali sono i temi a te più cari?
La parte più bella e più succosa del mio mestiere è andare nelle scuole tutto l’anno dove incontro migliaia di bambini e ragazzi. Quando li incontro, dal confronto con loro, emergono temi interessanti. Sono temi seri – quelli dell’inclusione, della diversità, dell’accettarsi per quello che siamo – che nei miei libri tratto in modo molto divertente.
“Un’estate mostruosa” – l’ultimo libro che ho pubblicato – parla di due ragazzi che vanno in un campeggio, a Edelweiss. Hanno 12 anni, un’età in cui i bambini crescono ma loro due crescono troppo fino a diventare alti 3 metri. Ecco che il libro parla della fatica di accettare un corpo in evoluzione che cambia e diventa altro rispetto a ciò che ci aspettavamo. “Alicia faccia di mostro” parla di una ragazzina che ha una cicatrice sulla faccia per cui a scuola tutti le dicono “faccia di mostro” ma quando va nell’ospedale dei mostri a curarsi scopre che anche lei ha dei preconcetti nei confronti dei mostri, come i suoi compagni ce l’avevano nei suoi confronti. Poi, alla fine, scopre che i mostri sono altri.
“Sammy sparaballe” è la storia di un ragazzino che dice bugie che si avverano e pure noi, a volte, diciamo bugie su noi stessi quando pensiamo di non essere all’altezza delle aspettative degli altri. “Saturnino, l’alieno venuto dalla Terra” è la storia di un bambino e della sua famiglia in cui i genitori perdono il lavoro e allora devono spostarsi: non in un altro paese ma in un altro pianeta. E quindi Saturnino sarà l’unica creatura rosa in una scuola dove tutti sono verdi. Cosa vuol dire? Significa venire da lontano, lasciare la propria casa e scoprirsi diversi, noi per una volta. Con la storia di Saturnino racconto ai ragazzi che chi viene dal Marocco, dalla Cina, dal Bangladesh o dalla Romania, spesso, è come se venisse da un altro pianeta. Quanto è faticoso trovarsi qui?
In uno dei tuoi libri parli di supereroi, come ti è venuta l’idea? E, pensando ai fumetti, qual è il supereroe a cui sei più affezionato?
Ti riferisci a “Super Pollo”, una serie di libri pubblicati da Lapis. “Super Pollo” è la storia di un bambino che scopre di essere un supereroe e vive questa cosa con fatica perché lui vorrebbe giocare, vorrebbe essere un bambino normale ma gli tocca salvare il mondo. Spesso ai bambini tocca essere supereroi: con il pianoforte, il catechismo, l’inglese… tutti i bambini sono un po’ super, non credi?
Se penso al mio supereroe preferito, direi Superman. È super per nascita ed è buffo il fatto che lui si maschera da noi, non si maschera da supereroe. Il suo vestito normale è quello blu con il mantello rosso e quando poi si maschera, si maschera da noi. E poi mi piace Capitan America perché combatte contro i nazisti.
Cosa porti sul palco in questa prima edizione del Festival LibriAnimati?
Sono due appuntamenti, l’8 e il 9 agosto. Con “Super Pollo” il mio desiderio è parlare con i ragazzini della figura del supereroe. Quali supereroi conoscono, quali sono i superpoteri più utili e a cosa serve un supereroe?Io credo che i supereroi servano a migliorare il mondo ma loro, i bambini e i ragazzi, chissà. Mi farò raccontare com’è fatto il loro supereroe: che costume ha, come si chiama? Se avesse 3 superpoteri quali sarebbero? Qual è il suo punto debole? Perché ogni supereroe deve avere anche un punto debole. Dopo averne parlato insieme, chiedo di nuovo: a cosa serve un supereroe? Quali sono i superpoteri che contano?I bambini dicono sempre le cose giuste: l’amore, la gioia, l’allegria, la sincerità. Sono tutti superpoteri che abbiamo a disposizione, dobbiamo solo metterli in pratica di più, perché a volte ci scordiamo di averli questi superpoteri.
Con “Sammy sparaballe” invece scopriremo la sua mania per le bugie e poi tireremo fuori quelle di tutti i bambini presenti nell’anfiteatro di Gardonè. Perché una cosa è certa: in ognuno di noi si nasconde un incredibile e instancabile “sparaballe”.
Simone, tu sei autore e illustratore di libri per bambini; Sara è scrittrice e traduttrice di libri per ragazzi. Com’è nata la vostra collaborazione?
È nata da un incontro di lavoro: sia io che Sara abbiamo pubblicato due libri nella prima collana per bambini Feltrinelli, che si chiamava Babù. Ci fu una presentazione nel 2000 a Bologna e poi un pranzo, in cui c’era anche messieur Pennac (*) che aveva pubblicato un suo libro nella stessa collana. Io e Sara ci trovammo seduti uno accanto all’altra, cominciammo a chiacchierare e da lì è nata la nostra amicizia. Poi dall’amicizia è nata anche l’idea di fare libri insieme. Il primo libro fatto insieme, come scrittori, è stato I mitici sei, edito da Giunti. Poi abbiamo scritto Agenzia enigmi, edito da Raffaello Ragazzi. Poi io ho illustrato tanti libri per Sara, abbiamo fatto anche tanti incontri insieme, con i bambini. Diciamo che tutto nasce da una reciproca stima, da una grande amicizia e da tanti interessi in comune, dai fumetti, ai libri, ai film – a parte i film splatter che piacciono più a me – e quindi è più facile, quando scriviamo, trovare dei punti da sviluppare insieme.
(*) Per chi ha voglia di scoprire Pennac: “Ernest e Celestine” vi porterà in un mondo abitato da orsi e da topi. Tra mille avventure, inseguimenti e pericoli da scansare questi due bizzarri personaggi sapranno diventare amici.
Simone, quest’anno hai pubblicato tre libri: Bruno lo zozzo e l’invasione degli amici invisibili, l’edizione a colori di Bruno lo zozzo, Clara nella nebbia. Chi è Bruno lo zozzo? E Clara da dove arriva?
Bruno lo zozzo, pubblicato da Piemme, è la mia serie del cuore. Bruno lo zozzo e l’invasione degli amici invisibili è, insieme al primo, il libro che amo di più. Questo libro è andato esaurito e per tre anni in libreria non si trovava, finché Piemme non l’ha ristampato per la collana Arcobaleno. Clara nella nebbia invece è una storia un po’ differente: è una delle mie prime storie, edita da EL Einaudi, sparita dalla circolazione per quindici anni. L’edizione era in bianco e nero e i miei disegni non mi piacevano più. Ma la storia era piaciuta molto a Giunti, i diritti erano tornati a me e quindi l’abbiamo proposta in una versione differente per la bellissima collana Colibrini, con la grafica stupenda di Clara Battello.
Io sono Clara, come io sono Bruno. Clara sono io, diciamo, fino a 6 anni. Da bambino ero molto miope ma nessuno se ne rendeva conto. In casa ci vedevano tutti molto bene e quindi quando io mi immergevo nei miei fumetti me li appiccicavo al naso e riuscivo a leggere, il resto invece era tutto molto nebbioso. Oppure quando sbattevo contro qualcosa o stavo per conto mio, pensavano che avessi un carattere introverso, distratto, con questo amore spassionato per le immagini e per i fumetti. Quindi fino a 6 anni ho vissuto nella nebbia, poi a 6 anni ci siamo trasferiti da Firenze a Pistoia e nella nuova scuola una vecchia maestra ha detto: questo bambino non è che ci veda tanto bene. Mi hanno portato dall’oculista e finalmente ho avuto i miei primi occhiali. A quel punto mi sono reso conto che vivevo in campagna ma sai, se tu non ci vedi bene non è che ti venga voglia di andare a correre, continui a stare in camera tua dove ti senti al sicuro. E a quel punto, con gli occhiali, sono diventato Bruno lo zozzo, cioè un bambino che si arrampica sugli alberi, vive tutto il giorno fuori, si rotola nei prati e fa grandi merende. Per lui la priorità è giocare e la doccia rimane l’ultima cosa. Bruno ha anche paura del buio perché, come spiego ai bambini – lo fa dire anche Conan Doyle a Sherlock Holmes -, senza l’immaginazione la paura non esiste. E più hai immaginazione più hai paura. Ai bambini che alzano la mano, quando chiedo se hanno paura del buio, dico: voi che avete paura del buio e vi immaginate cose, arriverà un giorno che non avrete più paura del buio e con quelle cose potreste farci dei libri come faccio io. Le cose che vi immaginate saranno il vostro bagaglio, quindi tenetevele strette le vostre paure perché dentro ci sono delle cose interessanti. E questa è anche la storia di Bruno.
Sara, il tuo ultimo libro – Il viaggio di Madì, pubblicato da Lapis – è una storia di scoperta, attraverso il bosco, il mare, in cui all’improvviso accade qualcosa di strano. Com’è nata l’idea?
Madì nasce da un’idea dell’illustratrice Anna Curti, che ha immaginato questa creaturina del bosco. Io poi ho sviluppato la storia toccando alcuni dei temi che mi sono più cari: il viaggio, l’incontro, il cambiamento.
Io amo le bambine avventurose e le vecchiette pestifere. Le storie che non danno risposte. Le isole. I gatti. Nella maggior parte dei miei libri ci sono tutte queste cose.
Il libro a cui sono più legata è il primo, perché è stato il primo: pubblicato nel 2000 da Feltrinelli, poi ripubblicato da Lapis. Si intitola Olimpia e le principesse, ma non ci sono principesse! Il fatto è che Olimpia ODIA le principesse. Nel libro ci sono però streghe, motocicliste e altre figure divertenti.
Quando io e Simone ci siamo conosciuti, circa vent’anni fa, io scrivevo per ragazzi e lui per i più piccoli. Da allora abbiamo scritto undici libri insieme e lui ne ha illustrati un’altra decina per me. È andata così, i libri che abbiamo scritto insieme sono per bambini un po’ più grandi di quelli per cui scriveva lui e un po’ più piccoli di quelli per cui scrivevo io: ci siamo trovati a metà strada! Ultimamente anch’io ho scritto per i più piccoli, per esempio la storia di Madì.
Cosa portate sul palco di questa prima edizione del Festival LibriAnimati?
Il primo giorno – lunedì 8 agosto, alle 14.30 – portiamo sul palco un libro: creaturine e creaturone è un incontro/laboratorio che attinge da un libro che abbiamo scritto io e Sara, Mostri leggendari e creature mitologiche, legato a I mitici sei. I mitici sei sono dei bambini con dei poteri che arrivano dalla mitologia e alla fine della serie diventano guardiani di creature fantastiche. Quindi al Festival LibriAnimati faremo un incontro in cui andremo a creare creature fantastiche con i bambini.
Il secondo giorno – martedì 9 agosto, alle 10.30 – proponiamo un incontro basato su un altro libro scritto da noi: Agenzia enigmi. Questa serie ruota attorno a un’agenzia che si occupa di investigare sulle cose straordinarie. L’agenzia è diretta da una gatta nera, Nera Cat, che da piccola ha avuto dei problemi per il colore del suo pelo, e dall’amico, Frank, una capra piuttosto tonta e divertente. L’incontro che proponiamo alla MontagnAnimata sarà quindi sulle cose enigmatiche: chiederemo ai bambini se sono stati testimoni di qualche strano evento. Ci saranno enigmi inventati e immaginari a cui daremo risposte buffe, usando dei tarocchi. Sarà divertente!
CIRCO LATEMAR 6 GIORNI DA RIDERE: LA SETTIMANA DELLA CLOWNERIE
Dal 24 al 29 luglio a Gardonè torna la clownerie: sei giorni da ridere e farsi prendere dall’energia del circo. È la settimana più divertente e comica di tutta l’estate, con artisti d’eccezione che vi lasceranno a bocca aperta.
GLI ARTISTI DELLA SETTIMANA DELLA CLOWNERIE 2022
Prepariamoci a ridere, con la meraviglia negli occhi, seguendo le mirabolanti avventure di Nikolaus Drache, il più grande dragologo di sempre.
Circo Pacco porta sul palco due eccentrici figuri, rifiutati – nientemeno – dal “Nouveau Cirque” e radiati dal circo classico. Sarà pura paccottiglia?
Dado Clown mescola performance d’autore, sketch ridicoli, monologhi e silenziosa comicità. Ne rimarrete affascinati!
Pedro Tochas è un maestro nell’interazione con il pubblico. Non ha bisogno di parole per costruire una storia d’amore con eroi, criminali e battaglie epiche. Stupore e divertimento sono la chiave di questo spettacolo.
Con Otto il Bassotto si ride dall’inizio alla fine ed è l’unica cosa che conta davvero
La settimana della clownerie avvicina i bambini alle arti di strada e li invita a mettersi in gioco e sperimentare. Guardati in giro e trova due pigne, gettale in aria e falle girare. Al Punto Info a Gardonè, nella “collana in erba” trovate “Piccolo Circo Quassù”: scritto dal grande Claudio Madia, è un concentrato di libertà e bellezza.
Saranno 6 giornate da ridere! Guarda il programma completo degli spettacoli. Vieni a trovarci e non perdere gli appuntamenti della settimana della clownerie: dal 24 al 29 luglio a Gardonè, a monte della telecabina Predazzo-Gardonè.
QUALCHE INFORMAZIONE PRATICA
Per raggiungere Latemar MontagnAnimata potete utilizzare gli impianti di risalita da Predazzo: tutti i giorni dalle 8.30 alle 17.45 con orario continuato. Guarda prezzi e orari e indicazioni per arrivare a Predazzo.
1. Impianti di risalita gratis per bambini minori di 8 anni
MontagnAnimata è a Predazzo, in Val di Fiemme, in quota a 1650m. Per arrivare puoi prendere gli impianti di risalita: con la telecabina arrivi a Gardonè, con la seggiovia puoi proseguire fino a Passo Feudo. Per i bambini minori di 8 anni gli impianti di risalita sono gratis!
2. Passeggiate facili in famiglia nei sentieri tematici
Il percorso più semplice è la Foresta dei Draghi: un sentiero ad anello di 1,4 km, pianeggiante, da fare anche con il passeggino. Il sentiero è libero, non serve essere accompagnati ma quando c’è in giro Nikolaus Drache è molto divertente! Quando non è nei paraggi potrete affidarvi alle Avventure Cercadraghi: 9 giocolibri per esplorare il sentiero, imparare l’alfabeto dei draghi, risolvere gli indovinelli e completare il percorso. Una volta terminato c’è un premio che vi aspetta 😉
3. Spettacoli per famiglie e bambini
Per tutto il mese di luglio e agosto, puoi scegliere di scoprire i sentieri MontagnAnimata in compagnia di strani e divertenti personaggi! I bambini si divertono seguono il magnifico dragologo del Latemar, e fanno ricerca sul dahù oppure scoprono i segreti della geologia con “Le avventure di Gea sulla crosta terrestre”. Tutti i giovedì l’appuntamento è in anfiteatro, a Gardonè.
4. Menù per bambini al rifugio o facciamo un pic nic?
I rifugi del Latemar offrono piatti della tradizione trentina e menù speciali per bambini: solo prodotti sani e genuini. A Baita Gardonè e al Rifugio Passo Feudo c’è un’attenzione particolare per i bambini: dalle piccole cose (cuscini morbidi, seggiolone, biberon e pappe fatte in casa da scaldare) al divertimento della pipì (a Baita Gardonè si va in bagno con lo scivolo, lo sapevi?)! Se preferisci fare un pic nic c’è un’area attrezzata sul sentiero del Pastore Distratto o… guardati attorno: cerca un angolo all’ombra, stendi una coperta e buon appetito!
5. Parco giochi con altalene, scivoli e casette
Dopo pranzo, prima di riprendere a camminare sui sentieri, una tappa al parco giochi Il Regno dei Draghi è perfetta. Tra scivoli, altalene, giochi a molle i bambini si divertono. Il parco è recintato con uno steccato, puoi lasciarli liberi di giocare e prendere fiato.
QUALCHE INFORMAZIONE PRATICA:
Per raggiungere la MontagnAnimata potete utilizzare gli impianti di risalita da Predazzo (aperti tutti i giorni dal 19 giugno al 19 settembre 2021). Vedete qui Prezzi e Orari Qui come arrivare a Predazzo.