Amano le forme morbide e tonde: sono le api
Mescola passione per le api, cura di un mondo delicato e fragile. Mettici voglia di fare le cose in modo artigianale, con pazienza. Lavora all’idea d’inverno: costruire arnie speciali per raccontare di api, miele e natura a bambini e famiglie. Trova i materiali giusti: un tronco cavo, paglia da intrecciare, legno antico da riportare in vita. Steiner diceva che le api amano le forme morbide, tonde. Accetta la sfida, studia, torna all’origine, osserva. Poi trova il posto giusto, con il sole del mattino e fioriture fresche. Gardonè, quota 1650 m.

Non tutte le arnie sono uguali
Legno o paglia? Se vuoi offrire alle api una casa naturale e sana, l’equilibrio sta nel comporre materiali diversi e assecondare la loro danza. C’è l’arnia con una base solida di legno e pareti di paglia di grano duro. Piccoli fasci tagliati della misura giusta, intrecciati a mano e sovrapposti con cura. La paglia è traspirante, riduce la condensa e crea un ambiente sano. L’interno è ripassato con sterco maturo, a sigillare l’involucro, e pennellato di cera per essere accogliente. C’è l’arnia tradizionale, completamente smontata, pulita, ricomposta, dipinta. E quella ricavata in un grande tronco cavo, con un tetto solido ricoperto di scandole in larice.
Poi ti appassioni e leggi di come Rudolf Steiner sostenesse che in natura le api amano le forme morbide e tonde. È stata l’esigenza di costruire in serie e di facilitare il lavoro dell’apicoltore che ha spinto a scegliere telai rettangolari, non il superorganismo che regola la vita delle api. Ma se ti appassioni al loro mondo, come Corrado Vinante, sperimentare diventa una sfida. Ci metti ingegno e vuoi che ogni arnia sia geometria perfetta, fatta per favorire un mondo delicato e fragile.
Costruire telai di forma circolare si può. La grande arnia ovale di Gardonè ne contiene dieci. Il progetto mette insieme tenacia e saper fare artigiano. C’è lo zampino di Sara Azzolini e Marcello Delladio. Un falegname che mescola tradizione e innovazione e non si tira mai indietro.
Raccontare le api ai bambini
Come e perché? Il perché è legato all’alleanza che uomo e api hanno stretto nel tempo. Senza il lavoro paziente e operoso delle api non ci sarebbe impollinazione. Volando di fiore in fiore le api trasportano il polline, fecondano i fiori che generano frutti e semi. Senza impollinazione non ci sarebbero moltissime specie di piante, fiori e frutti, mancherebbe una grande quantità di cibo per uomini e animali. Tanto più ne siamo consapevoli, più faremo attenzione ai veleni e all’inquinamento che produciamo. Fattori che minano profondamente la sopravvivenza delle api.
Il come raccontare le api significa investire sulla cultura. Insegnare ai bambini l’importanza di un insetto tanto prezioso per la vita è seminare avendo l’orizzonte al futuro. Spiegare queste cose con gli spettacoli, mescolando narrazione, scoperta e osservazione ravvicinata è creare un contesto perfetto per imparare, superare la paura e allenare la curiosità.

La scelta del posto giusto
Per arnie e api serviva il posto giusto. Un luogo riparato da abeti e larici le protegge dalle correnti d’aria, a semicerchio. Una radura aperta a sud est, con il sole del mattino che scalda, le invita a uscire fin dalle prime ore del giorno. Qui Corrado le pensa al sicuro. La radura che ha scelto è abbastanza comoda e raggiungibile a piedi anche dai bambini più piccoli. A 1650 m di altezza, anche se la stagione è corta le api riescono a vivere nella natura. Il miele che producono sa di calendula, arnica, rododendro e lampone. In questa zona c’è molta varietà, il nomadismo non serve, crea soltanto stress e fatica nell’adattarsi all’ambiente. Meglio meno miele, di qualità, rispettoso dell’ambiente e di chi lo produce.